Definizione

L’incontinenza fecale è l’incapacità di controllare nei modi e nei tempi prescelti il passaggio delle feci e dei gas attraverso il canale anale. È un sintomo psicologicamente e socialmente molto invalidante, anche se non rappresenta un pericolo per la vita.

Rimane spesso misconosciuto perché è difficile da riferire, spesso chi ne è affetto se ne vergogna e preferisce nascondere il problema. L’incidenza tra le persone anziane è tra il 32% al 56% .

Fisiopatologia

La continenza fecale è garantita da un equilibrio tra diversi fattori: la consistenza delle feci, la capacità del serbatoio rettale, la sensibilità rettale e l’efficienza del funzionamento degli sfinteri anali. La mancanza di uno di questi può determinare l’incontinenza.

Cause

Le principali cause di incontinenza fecale sono:

ANATOMICHE: Parto vaginale, danno ostetrico, chirurgia anorettale, frattura pelvica, esiti di resezione anteriore del retto, traumi e lesioni sfinteriali.

CONGENITE: Malformazioni anorettali, meningocele, mielimeningocele, ano imperforato, agenesia rettale

NEUROLOGICHE: Diabete Mellito, sclerosi multipla, lesioni midollari, neuropatia del n. pudendo, disordini del sistema nervoso centrale

FUNZIONALI :Malattie infiammatorie croniche, impatto fecale, diarrea, malassorbimento, prolasso rettale, abuso di lassativi, proctite attinica, fistole anali, SDR intestino corto, tumori e sepsi anorettali.

Diagnosi

Il primo passo nella diagnosi di questa patologia consiste nel riferirla al proprio medico, in modo da poter procedere con gli esami diagnostici più appropriati. Una accurata anamnesi e visita proctologica sono estremamente importanti per inquadrare nella maniera corretta il problema.

Successivamente l’approfondimento diagnostico deve sempre comprendere l’esecuzione della manometria anorettale, di un’ecografia transanale e se necessaria una elettromiografia del pudendo ed una colpo-cisto-defecografia.

La manometria anorettale registra la forza degli sfinteri e la sensibilità anorettale. L’ecografia transanale valuta l’integrità del canale anale e degli sfinteri anali. L’elettromiografia serve per valutare l’integrità neurologica dell’apparato sfinteriale e del pavimento pelvico e la colpo-cisto-defecografia serve per visualizzare la funzione e le strutture anatomiche della pelvi durante l’evacuazione e la presenza di prolassi.

Terapia medica

I primi accorgimenti sono una corretta educazione ed igiene alimentare e della defecazione, quindi un corretto apporto di acqua e fibre nelle feci, l’utilizzo eventualmente di farmaci o integratori per ottenere una consistenza normale del bolo fecale in caso di feci prevalentemente liquide.

Un altro utile aiuto consiste nella riabilitazione pelvica e biofeedback, tecniche di rafforzamento dei muscoli perineali e sfinteriali.

Terapia chirurgica

In caso di insuccesso della terapia medica e riabilitativa vi sono vari approcci chirurgici che sono indicati in caso di danno sfinterico. Ciascun intervento è appropriato a seconda del tipo di danno sfinterico.

La neuromodulazione sacrale consiste nell’impianto di un elettrodo che stimola il nervo sacrale attraverso impulsi elettrici diretti alla muscolatura pelvica e alle strutture sensitive.

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