Cos’è il sinus pilonidalis?

Il sinus pilonidalis (dal latino: pilus –peli- and nidus –nido, quindi nido di peli) o malattia pilonidale o cisti sacrococcigea fistolizzata consiste in una o più cisti e/o una o più fistole che si sviluppano nella regione sacrococcigea dalla cute al tessuto sottocutaneo fino alla fascia muscolare sottostante.

Si presenta come un gonfiore nella zona sacrococcigea con piccole cavità da cui possono fuoriuscire peli o secrezioni siero-purulente.
È più colpito il sesso maschile, con un rapporto di circa 3:1, in una fascia di età compresa fra 15 e 25 anni.
I fattori predisponenti sono: irsutismo, sovrappeso, particolari attività lavorative o sportive (“jeep disease”, bicicletta, equitazione, canottaggio).

Vi sono due teorie che spiegherebbero la sua origine: la teoria che sia una cisti congenita o acquisita, e quella ritenuta più probabile, che prevede la penetrazione progressiva dei peli nel tessuto sottocutaneo, grazie all’azione favorente dei microtraumi ripetuti da strofinamento del solco intergluteo.
Ne deriverebbe la formazione di una cavità cistica circondata da tessuto di granulazione contenente peli senza bulbo.

Sintomi

Tra i segni e sintomi più comuni vi sono: tumefazione, talvolta dolente e/o dolorabile, arrossamento, si possono vedere degli orifizi cutanei da cui escono peli e/o secrezioni di siero, sangue, pus. In questo stadio può anche essere asintomatica.
Quando s’infetta la cisti comincia ad essere dolente, dando origine ad ascessi che, impossibilitati ad uscire naturalmente, si fanno strada verso l’esterno con la formazione di fistole.
I sintomi dell’ascesso sono: gonfiore, arrossamento della cute, dolore con difficoltà a stare seduti e a camminare, malessere generale e febbre.

Intervento

L’obiettivo dell’intervento è asportare l’eventuale fistola sino ad arrivare al sinus, alla cisti, che ha scatenato l’infezione e asportarlo completamente.
La depilazione e/o epilazione LASER (che è definitiva) del solco intergluteo e zone limitrofe è importante per ridurre la possibilità di contaminazione della ferita da parte di ulteriori peli dopo l’intervento chirurgico.

  • Tecnica aperta: vengono asportati la cute ed il tessuto sottocutaneo, compreso il tessuto pilonidale e tutti gli orifizi fistolosi presenti. La ferita viene lasciata aperta e viene medicata ogni giorno per far sì che possa formare tessuto nuovo e chiudersi per seconda intenzione, tutto questo nel giro di 40-60 giorni circa.

  • Tecnica a cielo chiuso: prevede sempre l’asportazione e la pulizia del tessuto sottocutaneo, ma alla fine dell’operazione la ferita viene immediatamente suturata. Ciò comporta una guarigione più veloce della lesione (circa due settimane), ma il rischio di deiscenza (riapertura della ferita) è elevato.

  • Tecnica mini-invasiva con fistuloscopio EPSIT (Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment)
    È una tecnica mini-invasiva video-assistita, ideata dal Dr. Meinero per il trattamento della malattia pilonidale.
    Si utilizza uno strumento: fistuloscopio, una piccola sonda di 3 mm di diametro dotata di telecamera e canale operativo per inserire degli strumenti (sondina per cauterizzare il tessuto da asportare e pinzetta per asportare i peli).
    Una volta individuata l’anatomia del seno pilonidale e di eventuali tratti secondari, si pratica un piccolo foro sulla cute (di solito già esistente) e si procede alla cauterizzazione di tutto il tessuto” sporco” ed alla pulizia della zona infetta con pinze inserite attraverso il canale operativo del fistuloscopio per rimuovere completamente eventuali residui di peli .

    La mini-invasività dell’EPSiT permette una rapida guarigione, un ridotto dolore postoperatorio, con una precoce ripresa dell’attività lavorativa e la necessità di semplici lavaggi con soluzione fisiologica che possono essere eseguiti a domicilio senza avvertire dolore.

Le recidive di tale patologia sono frequenti con tutte le tecniche chirurgiche utilizzate e dipendono da molti fattori.

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